LUNARE LADIN
LUNARE LADIN dal 2006 (Sintesi dei lavori realizzati dagli alunni dell’Istituto nell’ambito dei progetti di studio della lingua e cultura locale) Clicca sul titolo o sull’immagine per vedere/scaricare il calendario completo (file pdf)
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Eccoci ritornati con il calendario 2023!
Dedichiamo il calendario ai tanti talentuosi artigiani appartenenti ai nostri due Comuni, affascinati dalle incredibili e meravigliose cose che sanno creare con le loro mani! |
LUNARE 2023
“Maign de oro”
ades come na ota
Ace a duti chi che ne à daidà! |
Sion chilò anca sta ota
col Lunare del 2023!
Dedicon al lunare
ai tainc artesain valent
che sta in Zoldo
e s un Zopè,
sion restai
co la boca daverta
a vede chel che i è boign de fa con le maign
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LUNARE 2022
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Quest’anno dedichiamo
il calendario ai nostri
boschi che
a fine ottobre 2018
sono stati sconvolti
dall’alluvione e
dal vento che ha
rovesciato e spezzato
tantissimi alberi.
Grazie a tutti coloro
che ci hanno aiutato.
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Sta ota al lunare l aon fat
par se regordà de duti
i nost bosch che a la fin
del mes de otobre del 2018
i se à ciapà
na gran stremìda con
chel vént che à rebaltà
e scavazà diosà cuante piante
indapardùt dintór.
Grazie a duti chi che ne à daidà! |
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Lunare 2011 |
Lunare 2010 |
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Lunare 2009 |
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LUNARE LADIN 2018 (13^ edizione)
Il lunare 2018, dedicato alle 4 stagioni e alle attività tradizionali principali legate ad ognuna di esse.
LUNARE LADIN 2017 (12^ edizione)
“Dal capel al scarpet”
( Il LUNARE 2017 è disponibile nelle edicole della Val di Zoldo e presso la segreteria della scuola a Forno)
oppure puoi scaricarlo QUI (file pdf)
LUNARE 2016 (11^ edizione)
Fruti del bosch
( Il LUNARE 2016 è disponibile nelle edicole della Val di Zoldo e presso la segreteria della scuola a Forno)
LUNARE 2016 (file pdf a bassa risoluzione)
PRESENTAZION
I fa cognose ai nost tosat, che ades i vede fruti de dute le sort par dut l’an, i fruti che cres cua da noi, chi che se somena ma soraldut chi che cres da soi, l é stat na bona ocasion par inparà ancora valch del nost modo de vive. Duti i cognos i pom o i per che cres sule piante davesin dale case o inte i ort, (e da spes i resta ilò par ese magnai dai uziei!), ma cuasi neguinc i sa pi cai che l é i fruti boign da magnà che cres par i prai e inte l bosch, che na ota inveze i dia ben par se pasudà an sin de pi.
Al di d’ancuoi calche un l è curà su se se l cata co se camina par i bosch, ma de autre no se pensa pi nia neguinc.
Al nost laoro, fat coi parent che ne a daidà, al puol doà a i da pi inportanza a calche un de sti fruti e ai fa cognose e aprezà.
Portare l’attenzione dei nostri ragazzi, abituati ormai a vedere qualsiasi frutto tutto l’anno, sui frutti che crescono nel nostro territorio, quelli coltivati ma soprattutto quelli spontanei, è stata l’occasione per mettere in risalto un altro aspetto poco conosciuto della vita e della cultura locale. Se infatti tutti conoscono i frutti più comuni come mele e pere, che si notano a fine estate sugli alberi che crescono vicino alle abitazioni o in qualche giardino (e che spesso restano lì, apprezzati solo dagli uccelli!) , molto meno conosciuti sono alcuni frutti spontanei commestibili che maturano nei prati e nei boschi e che un tempo costituivano un apprezzato completamento dell’alimentazione della gente di montagna.
Ora invece solo alcuni vengono a volte raccolti se si incontrano durante le passeggiate nei boschi, mentre altri sono stati del tutto dimenticati.
Le ricerche, effettuate con l’aiuto dei nostri famigliari, ci hanno permesso di ridare valore ad alcuni di questi frutti con la speranza che vengano riconosciuti e rivalutati.